La Commissione per gli Affari Economici del Senato brasiliano (Cae) ha approvato il progetto – attesissimo – che regola e tassa il mercato delle scommesse sportive e dei casinò on-line. Il disegno di legge approvato stabilisce le norme che disciplinano le operazioni delle agenzie di scommesse nel paese. Proponendo un’imposta del 12 percento sulle società operanti nel settore e un’imposta del 15 percento sulle vincite maturate dagli scommettitori, con aliquote che risultano quindi leggermente inferiori a quanto inizialmente suggerito dal Ministero delle Finanze.
La commissione ha inoltre approvato una richiesta che chiede una votazione urgente sulla proposta, già approvata dalla Digital camera dei Deputati, nella plenaria del Senato. Il presidente del Senato, Rodrigo Pacheco (Psd-Mg), ha lasciato intendere che il progetto potrebbe ora essere iscritto all’ordine del giorno della prossima sessione.
Il senatore Angelo Coronel, relatore del disegno di legge, ha espresso ottimismo riguardo a una votazione in plenaria che avrà luogo la prossima settimana anziché quella in corso.
Le norme proposte devono applicarsi alle cosiddette scommesse a quota fissa su eventi sportivi reali e su eventi di gioco on-line come i casinò. Il Ministero delle Finanze vede questa iniziativa come un flusso di entrate chiave per il prossimo anno, in linea con il suo obiettivo più ampio di raggiungere un deficit fiscale pari a zero entro il 2024 senza aumentare il debito pubblico.
La Commissione ha inoltre approvato la proposta del Ministero delle Finanze di addebitare 30 milioni di Brl (circa 5,5 milioni di euro) per licenze quinquennali, ciascuna valida per un massimo di tre marchi. Gli operatori devono avere un’attività domiciliata in Brasile, nella quale un accomplice brasiliano deve detenere il 20 percento del capitale sociale. Dovranno inoltre pagare le imposte regionali sul reddito.
L’imposta sarà distribuita come segue: 10 percento al Ministero dell’Istruzione; 14 percento alla pubblica sicurezza, compreso il Fondo nazionale di pubblica sicurezza e Sisfron, 36 percento al Ministero dello sport brasiliano (da condividere tra organizzazioni sportive, enti nazionali e enti di beneficenza), 28 percento al turismo (Embratur e Ministero del turismo), 1 percento al Ministero della Salute, 0,5 percento alle agenzie della società civile (Fenapes e Fena Pestalozzi) e 0,5 percento al fondo operativo della Polizia Federale. Il controllo fiscale sarà di competenza del Ministero delle Finanze.
Per la tassazione dei premi dei giocatori, gli operatori dovranno registrare le vincite dei clienti attraverso il registro dell’imposta sul reddito personale (Irpf) del Brasile. Le tasse verranno addebitate su base annuale con vincite inferiori a 2.112 BRL (400 euro) esenti. I giocatori avranno 90 giorni per richiedere i premi e le vincite non riscosse andranno ai fondi per l’istruzione e i soccorsi in caso di calamità.
Le restrizioni alla partecipazione si estendono ai minori di 18 anni, al personale dei marchi di scommesse, ai funzionari pubblici e a coloro a cui è stata diagnosticata una dipendenza dal gioco d’azzardo. La tecnologia di riconoscimento facciale sarà obbligatoria per l’identificazione dei giocatori. La supervisione ricadrà sotto il Ministero delle Finanze, con sanzioni che vanno dagli avvertimenti alle multe basate sulle percentuali delle entrate. La legislazione pone l’accento sulle misure di sicurezza, sui sistemi verificabili e sulle azioni contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Nel frattempo, le squadre di calcio hanno firmato una petizione contro una proposta di emendamento alla legge brasiliana sulle scommesse sportive PL 3626/2023. L’emendamento 38-U, presentato dal senatore Eduardo Girão e sostenuto dalla commissione sportiva del Senato, proibirebbe la sponsorizzazione di scommesse sportive per squadre, individui e campionati.
Circa 34 membership di calcio professionistici, comprese le squadre della Lega calcistica brasiliana (Libra) e della Liga Forte União (Lfu), hanno firmato una petizione chiedendo al Senato di respingere la proposta, che bandirebbe anche ex atleti, arbitri, personale tecnico e federazioni di stipulare accordi di sponsorizzazione e limiterebbero la pubblicità televisiva e sui social media tra mezzanotte e le 6 del mattino. Oltre a vietare anche la pubblicità negli stadi e palazzetti sportivi.